Anno 2097
Vi ricordate quando nel passato, 92 anni fa, pensavano che le nostre generazioni sarebbero state costrette a vivere su stazioni spaziali o su altri pianeti ?
Quando i nostri genitori credevano che non avremmo mai trovato un equilibrio e un sano rapporto con la natura, fra di noi e con il nostro passato ?
E come sembrava impossibile che l’umanità potesse mai imparare a convivere e gestire l’odio, la sopraffazione, l’intolleranza e l’arroganza ?
Cosa posso mai dirvi da questo piccolo palco allestito per celebrare la 92° edizione del Lucca Film Festival ?
Vi dirò solamente che ricordo ancora quando Nicola e gli altri organizzatori del Lucca Film Festival mi raccontarono dell’edizione 2013, unica e irripetibile, a dire il vero come solo può essere un’edizione di un evento annuale, che fu contraddistinta da artisti come Peter Greenaway, Antoni Padrós, Benedek Fliegauf e Adolpho Arrietta.
Mi raccontavano che in quel periodo a Lucca c’era particolare attenzione al cinema e che oltre al Festival era nato un progetto, chiamato Lucca Effetto Cinema, grazie al quale molti fra i più importanti operatori del settore si conobbero e lavorarono insieme, promuovendo il cinema a Lucca e Lucca nel cinema. Non potevo che essere commosso quando sentivo parlare del maestro inglese Peter Greenaway che aveva creato appositamente per la città un progetto di installazione audiovisiva intitolato The Towers/Lucca Hubris, promosso e finanziato dalla Fondazione Crl, e realizzato sulla facciata da poco restaurata della chiesa di San Francesco. Per questa installazione di “cinema architettonico” furono realizzati in studio 35 minuti di video originale, con attori e danzatori italiani, alcuni anche di Lucca, e con le coreografie di Roberto Castello.
Però, in fin dei conti, il momento più toccante che mi hanno raccontato fu quando Arrietta, bagnandosi due dita nella birra, guardando tutti con il suo volto gentile e stremato dopo una settimana di festival, se le passò inumidite sul ciuffo di capelli che come sempre gli languiva l’occhio destro. Nicola e gli altri non ci sono più, ma noi siamo qui e non ci scorderemo di celebrare ancora una volta Peter Greenaway, la sua numerologia enciclopedica, scandita nel bene o nel male dal 92, numero atomico dell’uranio, energia civile e bomba atomica.
Quell’edizione fu grande per tanti motivi, per il cinema “politico” e sperimentale di Padrós, per il futuribile e delicato cinema di Fliegauf, per l’intimità e l’amore dei film di Brakhage, per un grande concorso di cortometraggi sperimentali.
Ce ne furono molte altre, ma da quell’anno qualcosa cambiò e quei ragazzi capirono che Lucca avrebbe continuato ad avere un Festival del cinema per molto tempo.
Ma ora basta parlare del passato e buona visione.
Nicola Borrelli