brutti sporchi e cattivi

Brutti, sporchi e cattivi

Scheda Film

Titolo originale:

Paese, anno: Italia, 1976
Lingua originale: Italiano
Durata: 115′
Colore: colore

Regia: Ettore Scola

Interpreti: Nino Manfredi, Linda Moretti, Franco Merli

Sceneggiatura: Ruggero Maccari, Ettore Scola

Fotografia: Dario Di Palma

Montaggio: Raimondo Crociani

Musica: Armando Trovajoli

Produzione: Carlo Ponti

Anteprima:

Informazioni sulla Proiezione

  Sede: Fondazione Banca del Monte di Lucca | Data: 01/10/2021 ore 17.30

Lungometraggio | –

Sinossi

Periferia di Roma, metà anni settanta: la vita quotidiana di una famiglia di circa venticinque persone si svolge nella povertà di una baraccopoli. A capo di tutti c’è il vecchio Giacinto Mazzatella: pugliese (di cui conserva il dialetto), guercio e dispotico, che tratta i suoi familiari come bestie.

Come ogni giorno, la famiglia lentamente si sveglia per andare a guadagnare qualche soldo, che solo pochi guadagnano in attività oneste. Festa grande per tutta la famiglia è il giorno della pensione della nonna: vanno tutti insieme a ritirarla, come una tribù, ma dopo aver ritirato il denaro e averlo diviso fra tutti i componenti della famiglia, ognuno si avvia per la propria strada, lasciando l’anziana sola con i bambini, che hanno il compito di riportarla a casa.

Giacinto possiede un milione di lire, risarcimento dell’assicurazione per aver perso un occhio a causa di un getto di calce viva. L’uomo conserva gelosamente questo denaro ed è ossessionato dal fatto che i parenti glielo possano rubare, per cui lo nasconde continuamente in luoghi diversi. Una notte, in preda a un incubo in cui vede i suoi parenti spendere il suo denaro, si sveglia di soprassalto e va a controllare il nascondiglio dei soldi, però non trovandoli. Inferocito, sveglia tutta la famiglia e inizia a cercare il milione sotto i materassi; non essendo ancora riuscito a trovarli, afferra la doppietta che tiene sempre carica e minaccia di morte tutti i presenti se non gli restituiranno subito il denaro. Uno dei figli non dà peso alle minacce e si volta per andarsene, ma il vecchio Giacinto gli spara senza esitare, ferendolo a una spalla. Portato in questura si ricorda all’improvviso che il denaro non lo aveva trovato perché si trovava in un altro nascondiglio segreto. Al ritorno presso l’abitazione trova tutti i famigliari intenti alla ricerca del denaro, questi infatti avevano intuito lo sbaglio, e approfittando dell’assenza di Giacinto si erano attivati per recuperare la somma, senza riuscirci. Appena giunto, questi si reca al gabinetto, recuperando la somma, tra le ire dei figli che lo avevano ispezionato senza trovare nulla.

Giacinto incontra una grassa prostituta napoletana, Iside, della quale si innamora. Con lei inizia quindi a dilapidare i soldi, e decide di portarla in casa, attirandosi le ire della moglie, quando le dice che dovranno dormire tutti insieme nello stesso letto. Questa, per lavare l’affronto organizza l’assassinio di Giacinto con tutti i parenti, sua madre compresa. Il piano è semplice: sarà avvelenato alla festa di battesimo di uno dei suoi nipoti, il figlio di Paride. Alla presenza di tutti i figli e nipoti, compresa Iside, Giacinto mangia un’enorme porzione di pasta con le melanzane, condita con veleno per topi, ma improvvisamente si rende conto della cosa e scappa dal banchetto. Riesce a salvarsi vomitando, usando la pompa di una bicicletta per spingersi in gola acqua di mare.

Tornato in forma, per vendicarsi, decide di far fare a loro la fine dei topi, tentando di incendiare la baracca con all’interno i familiari, senza riuscirci. Vendendola poi per 800 000 lire a un altro sfollato, che si presenta con la propria numerosa famiglia per prenderne possesso. La famiglia Mazzatella, ovviamente non sa nulla di ciò, ed è contraria alla vendita, scoppia dunque rissa tra le due famiglie. Nel frattempo sopraggiunge Giacinto con un’auto cabriolet, acquistata con i soldi della vendita della baracca, ma essendo inesperto della guida si schianta in un muro dell’abitazione, distruggendola e rimanendo ferito.

Alla fine le due famiglie restano riunite nella baracca rimessa a posto, ma i propositi di Giacinto sono sempre gli stessi: cacciare tutti via dopo aver recuperato i soldi, che confida a Iside essere al sicuro, nascosti nella gessatura del braccio.

Il film si chiude con una delle nipoti di Giacinto, Maria Libera, che, come tutte le mattine, va a prendere l’acqua alla fontana, stavolta però, mettendo in mostra la sua gravidanza: la famiglia è destinata ad allargarsi ulteriormente.

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