Il cinema di Stephen Frears è sempre stato piuttosto provocatorio e il suo film del 1988, Le relazioni pericolose, ne è la prova più evidente.
Il primo film hollywoodiano del regista inglese ha vinto ben tre Oscar (per la scenografia, i costumi e la sceneggiatura non originale) e propone un cast stellare composto da Michelle Pfeiffer, Uma Thurman, Keanu Reeves, John Malkovich e Glenn Close.
Tratto dall’omonimo romanzo di Choderlos de Laclos, il film di Frears racconta delle imprese seduttive del nobile Valmont (John Malkovich) e del patto che questo ha stabilito con la Marchesa de Merteuil (Glenn Close).
Quest’ultima vuole vendicarsi di un ex amante chiedendo a Valmont di sedurre la sua promessa sposa, in cambio di una notte d’amore.
La sceneggiatura di Christopher Hampton, che già aveva adattato il romanzo per il teatro, sta alla base di un’opera vigorosa, tesa e ricca di sfumature che permette allo spettatore di conoscere nel miglior modo possibile il secolo del 700.
Quella che ne risulta infatti sembra esserne la visione più attendibile, nel bene e nel male.
Sono molti i film ambientati nella stessa epoca, ma a differenza di tutti gli altri, in quello di Frears, sebbene i costumi e la scenografia siano impeccabili, non sono gli elementi centrali. Essi lasciano spazio all’intrigo amoroso velato di un sottile erotismo che coinvolge i personaggi.
Un vantaggio di Frears è stato quello di essersi circondato di un cast di questo calibro formato da attori che hanno saputo interpretare i loro personaggi impegnativi in maniera del tutto credibile.
Soprattutto Glenn Close che gestisce tutte queste “relazioni pericolose” al meglio.
I veri protagonisti dell’opera di Frears, però, non sono la Marchesa o il Visconte ma il sentimento imprevedibile e la lussuria inarrestabile che sconvolgono la vita di questi nobili che vivono, per assurdo, nell’epoca più razionale della storia, quella dell’illuminismo.