Gualtiero Jacopetti è stato prima di ogni cosa un grandissimo giornalista. Dopo aver lavorato a lungo con Indro Montanelli fondò, alla fine del 1953, il settimanale Cronache, da cui oggi discende L’espresso. Il giornalismo, per lui, doveva scardinare gli schemi tradizionali e scioccare lo spettatore. Non più, dunque, un insieme di racconti idilliaci sull’Italia e sul mondo che crescono, ma piuttosto storie scioccanti di tradizioni e paesi lontani, sconosciute ai più. Nel 1962, insieme ad un’esigua troupe, portò le parole sulla pellicola e girò lo scioccante e mai dimenticato “Mondo cane“, pellicola che ha inaugurato i “Mondo Movies“.
I “Mondo Movies”
Dopo aver scritto, nel 1958, la sceneggiatura di “Europa di notte” di Blasetti, Jacopetti cominciò a pensare al suo esordio da regista. Decise di riprendere, senza una connessione logica, diverse tradizioni e pratiche bizzarre che prendono piede in tutto il mondo. Nella pellicola si trovano maltrattamenti di animali, processioni del meridione italiano nelle quali i fedeli si auto-flagellano e una cerimonia asiatica che prevede la decapitazione dei tori. Dato il grande successo della pellicola, che si fregia di una candidatura agli oscar ed una cannes, nacque il grande filone oggi conosciuto come Mondo movies.
Il nome del genere viene dal titolo del film di Jacopetti. In America e negli stati anglofoni viene anche chiamato Shockumentary. E’ un genere che flirta con il documentario e con il mondo del cinema underground, il quale sfida i tabù ed esplora, tramite immagini scioccanti e a forti tinti erotiche e violente, diverse sottoculture come lo snuff movie (pellicole nelle quali vengono riprese diverse torture, la maggior parte della volta ai danni di una giovane donna, le quali culminano sempre con la morte). Da “Mondo Cane“, infatti, provengono tante pellicole di culto come “Cannibal Holocaust“, uscito nel 1980 e diretto dal nostrano Ruggero Deodato, riprendendo moltissimo dal lavoro del giornalista. Nel 1985, il genere diventa famoso in Asia con “Guinea Pig“, un crudo racconto di diverse torture ai danni di una donna.
Lo sguardo selvaggio – I mondo movies in Italia
Così si intitola la mostra che si è tenuta l’anno scorso alla Galleria Comunale e alla Galleria Bel Canto di Barga dal 1 Aprile al primo Maggio, in concomitanza di una folta retrospettiva dedicata a Jacopetti e organizzata dal “Lucca Film Festival e Europa Cinema”. La mostra proponeva una grande esposizione di locandine, immagini e filmati dai set dei più importanti Shockumentary italiani mai realizzati. Dai più “sexy” come “Europa di notte” (1958), “Il Mondo di Notte” (1959) e “America di Notte” (1961) ai più bizzarri e scioccanti “Mondo cane 2” e “Africa Addio” dello stesso Jacopetti. Le locandine, grazie al talento di due grandi pittori come Manfredo Acerbo (1913-1989) e Sandro Simenoni (1928-2007) sono ancora oggi considerate delle vere e proprie opere d’arte a se stanti.
Un cronista al cinema
Da grande giornalista quale è stato, non si è mai posto il problema di nascondere la realtà o evitare di mostrarla nelle sue manifestazioni più scabrose. D’altronde il fine ultimo dell’opera, giornalistica e cinematografica di Jacopetti è stato esplicito sin dalla didascalia posta ad incipit del suo esordio:
“Tutte le scene che vedrete in questo film sono vere e sempre riprese dal vero. Se spesso saranno scene amare è perché molte cose sono amare su questa terra. D’altronde il dovere del cronista non è quello di addolcire la verità, ma di riferirla obbiettivamente”